Proprio nel giorno in cui nel mondo della MEDICINA piomba come un fulmine la notizia di AstraZeneca, multinazionale del farmaco che ritira i suoi vaccini Anticovid a vettore adenovirali dal mercato e viene accettata una richiesta di risarcimento in Gran Bretagna per eventuali danni causati, mentre l’azienda precisa che la sospensione dal mercato del Vaxsesia non è legata a presunte “reazioni avverse”, un importante corso di formazione professionale per giornalisti e e clinici esperti del settore tenutosi a Roma ribadisce con dati scientifici l’importanza della tecnologia mRNA nella produzione di vaccini antitumorali e stesso tempo quanto questi siano stati fondamentali nella battaglia contro il COVID 19.
Scoperta nel 1961 questa MACROMOLECOLA denominata mRNA consente alle cellule di produrre proteine. Negli anni 70 i ricercatori hanno capito come introdurla all’interno delle cellule e si è arrivati agli anno 90 per intuire che poteva essere utilizzata a scopo preventivo e terapeutico per fabbricare vaccini.
Questi studi avanzati, assieme agli investimenti economici senza precedenti del governo degli Stati Uniti d’America, hanno permesso ai ricercatori di trovarsi avvantaggiati di almeno un decennio nella guerra contro la malattia e nel realizzare quei vaccini che hanno permesso di depotenziare gli effetti dell’infezione da Sars -CoV2 e in 362 giorni, un tempo record e di fornire ai medici quelle protezioni che sono diventate un salvavita, soprattutto per anziani e fragili, le categorie più esposte e a rischio a seguito dell’aggressione di un virus sconosciuto come COVID 19 letale per il nostro organismo.
Come spiegato esaurientemente da Rita Carsetti immunologa dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma “ Nelle cellule l’RNA messaggero svolge un ruolo fondamentale nella sintesi delle proteine: l’informazione genetica contenuta nel DNA viene trascritta in RNA messaggero che, uscito dal nucleo si lega ai ribosomi, organelli situati nel citoplasma cellulare e detta la sequenza delle proteine da produrre. Quindi il DNA decide cosa serve alla cellula, l’mRNA porta l’informazione ai ribosomi che si attivano per tradurla in una specifica proteina.
L’mRNA appena usato viene eliminato e la cellula è pronta a ricevere altri messaggi. Le caratteristiche rendono così utile medicina l’mRNA sono la sua capacità di portare informazioni e far produrre proteine alle nostre cellule e di rappresentare un sistema di informazione labile che non persiste e non può modificare il genoma o la cellula in modo permanente“.
La tecnologia mRNA è solo il mezzo, il veicolo che trasporta le informazioni in tempi rapidi e precisi, come sottolinea Pier Luigi Lo Palco Professore ordinario di Igiene generale ed applicata, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Universita’ del Salento “ La piattaforma tecnologica a mRNA presente alcuni importanti vantaggi. Il primo indubbio vantaggio, che abbiamo potuto osservare durante la pandemia, e la rapidità della produzione. A gennaio 2020 è stato isolato il genoma del virus SARS-CoV-2 V2 e dopo 7/8 mesi è stato prodotto il vaccino. Inoltre la capacità della tecnologia mRNA di adattarsi velocemente ai cambiamenti di virus suscettibili a mutazioni come quelli influenzali, la rende una piattaforma estremamente flessibile e versatile. Altro aspetto non secondario riguarda le fasi del processo produttivo che viene senza la necessità di maneggiare i virus, assicurando così una elevata abbia sicurezza. Da ultimo-conclude Lo Palco-la semplicità logistica per la produzione di vaccini, che può avvenire persino all’interno di container senza bisogno di disporre di grandi laboratori.la piattaforma tecnologica mi RNA potrà esprimere il massimo delle sue potenzialità se unite all’Intelligenza Artificiale che entrerà in tutte le fasi di progettazione, disegno e produzione di vaccini e farmaci basati sull’mRNA messaggero”.
La poliedricità quindi e la possibilità di utilizzare la tecnologia per la cura di più malattie la rende una potente arma a disposizione della scienza, come spiega in conclusione Giovanna Morlando Professore associato Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “C.Darwin”, Sapienza di Roma” Dal momento che l’mRNA è responsabile della produzione di proteine, la tecnologia può essere applicata anche a tutte quelle patologie genetiche rare che sono causate proprio la mancanza di una specifica proteina a causa di un gene mutato l’mRNA prodotto il laboratorio può essere predisposto per ricostruire la produzione di quella propria proteina deficitaria, in questo caso si bypassa l’utilizzo del vettore virale si fornisce l’mRNA e alla cellula che diventa capace di riprodurre la proteina persa”.
“Attualmente- conclude Morlando-sono migliaia di studi sulla molecola ma al 2023 si registrano poco meno di 200 molecole in fase di attiva indagine sperimentale o di studi per clinici, un centinaio in fase di trial clinico, solo 7 in fase di preregistrazione è solo 5 già approvati, i vaccini del Covid 19”.
La strada quindi è ancora lunga e piena di difficoltà soprattutto a causa dell’instabilità dell’mRNA, l’efficienza con cui viene tradotto in proteina e come incapsulare l’mRNA per poterlo veicolare verso uno specifico tipo cellulare dell’organismo.
Le prospettive sono comunque incoraggianti perché i risultati delle ricerche potrebbero cambiare lo scenario di importanti malattie come dimostrato dai trial clinici in Fase 2 per i vaccini nel melanoma ad alto rischio e gli studi sulle proteine pro-infiammatorie per il cancro o i trial clinici che sono in corso per le malattie autoimmuni, per quelle genetiche rare o metaboliche.
Gratitudine e fiducia nella scienza non devono mai abbandonarci e i risultati di questi studi devono infonderci ottimismo, nella speranza che siano un indirizzo importante per le politiche di chi governa le nazioni mondiali.
Mai far mancare gli investimenti e le risorse a medici e ricercatori, questa deve essere la via maestra.