Nasce “Le Porte della Bellezza”, il nuovo format che unisce territori, imprese e fascino autentico.

Nasce il nuovo format firmato Made in Italy Lab, un progetto che apre scenari inediti tra bellezza, territori e imprese.
Ci sono luoghi che non si mostrano subito.
Custodiscono la loro immagine con la consapevolezza silenziosa di chi sa di avere un fascino senza tempo. Si sottraggono agli sguardi frettolosi, ma esistono — e nel farlo, esaltano tutto ciò che li circonda. Sono le Porte della Bellezza, spazi d’anima e materia, modellati nei secoli dalla storia, dalle vicende umane e dal ritmo incessante della natura.
Rifugi simbolici, nati per accompagnare il cammino degli uomini e accogliere la meraviglia lungo il viaggio dell’esistenza.
La Strategia Digital dei Brand tra “Social Media” e “Social Network”

Nel dinamico e in continua evoluzione panorama del marketing digitale, i termini “social media” e “social network” vengono spesso impiegati in modo intercambiabile, quasi fossero sinonimi. Questa confusione è comprensibile, data l’interconnessione e la sovrapposizione di funzionalità che molte piattaforme online offrono. Tuttavia, per un brand che aspira a una strategia digitale efficace e mirata, comprendere la distinzione fondamentale tra questi due concetti è non solo utile, ma cruciale.
La via si fa piazza. A Todi la Porta della Bellezza si apre sulla rinnovata pavimentazione di via Menecali

Camminare in una splendida città con la leggerezza del passo di un bambino, ma essere pronti a spiccare il volo per attraversare la Porta della Bellezza. Darsi lo slancio con grazia e tenacia, ascendendo idealmente verso il cielo che sovrasta il magnifico Tempio della Consolazione di Todi. Soavi sfumature di grigio nella pietra serena che l’azienda Antolini ha prodotto per la rigenerazione urbana di via Abdon Menecali, la strada che scendendo dal centro storico guarda in faccia il portale d’accesso del sacro edificio bramantesco.
L’Evoluzione del Marketing Sanitario.

Il marketing sanitario è una disciplina relativamente recente rispetto ad altri settori. Inizialmente, la comunicazione nel campo della salute era incentrata soprattutto sull’informazione e sull’educazione del pubblico riguardo alle pratiche igieniche e alle malattie più comuni. Le prime campagne, spesso promosse da enti pubblici o organizzazioni no-profit, avevano l’obiettivo di diffondere comportamenti salutari e di prevenire la diffusione di patologie.
La politica nell’era dell’AI, un nuovo paradigma di comunicazione e sfide per la democrazia.

L’intelligenza artificiale (AI) ha smesso di essere un semplice strumento di supporto, diventando un attore centrale nella comunicazione politica. Questo cambiamento sta ridefinendo il modo in cui i politici interagiscono con i cittadini, diffondono i loro messaggi e costruiscono la loro immagine pubblica, introducendo un paradigma completamente nuovo.
Il caso-Cecilia Sala e la tecnica giornalistica

Noi italiani amiamo la cronaca ma trascuriamo le notizie
Lo sanno bene i giornalisti, che spesso ne abusano, e lo verificano quotidianamente i fruitori dell’informazione, che ne diventano dipendenti fino a seguire in tv pessime storie di sangue & sesso: la cronaca è la notizia, ne costituisce il fondamento e sovente diviene la ragion d’essere della notizia stessa. Tuttavia non completa la notizia, poiché quest’ultima – cioè ogni realtà umana valutabile come notizia – è formata da cronaca e qualcos’altro. Molto altro.
Il futuro della creatività, come l’IA sta ridefinendo l’arte e il design

L’intelligenza artificiale generativa sta trasformando profondamente il panorama creativo, ridefinendo ciò che intendiamo per arte e design. Strumenti come Midjourney, DALL·E, Runway, e Stable Diffusion da semplici applicazioni di supporto per artisti e designer si sono trasformati in veri e propri partner creativi in grado di generare opere, idee e progetti con una rapidità e precisione straordinarie. Ma cosa implica tutto ciò per il futuro della creatività?
Che 2025 ci attende? Instabilità vuol dire opportunità. Ce lo insegnano i napoletani.

Cosa dobbiamo aspettarci dal 2025, positività o insidie, gioie o dolori, sorrisi o mugugni? Risulta arduo tentare di prevedere il futuro, ma in questo caso l’anno appena concluso, il vituperato 2024, ci fornisce indicazioni nette seppure non sempre liete, comunque capaci di indirizzarci verso una prospettiva meno nebulosa. Proviamo a scandagliare i giorni e le settimane che verranno, utilizzando alcune parole-chiave. Un paio, non di più.
Dopamina, “l’eletta”

Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano, sta da tempo sostenendo, riferendosi all’adolescenza, che siamo nell’era della predominanza della dopamina, ovvero di un neurotrasmettitore legato al piacere e a forme di dipendenza. Ma cosa significa? Cosa sta accadendo al nostro cervello? Alle nostre vite, al nostro tempo? Questo è un fenomeno che riguarda le nuove generazioni o anche gli adulti?
“Futurist”, come motore del cambiamento. L’asset strategico che ogni azienda deve avere per affrontare le sfide del futuro.

Pensare oltre il presente: la previsione strategica.
Essere futurista significa individuare segnali deboli nel presente che potrebbero anticipare cambiamenti significativi in futuro. Jennifer Lo descrive questa attività come “a caccia di segnali nel rumore”: idee, tecnologie o tendenze emergenti che potrebbero sembrare marginali oggi, ma che hanno il potenziale per ridefinire interi settori.