Nessun dorma!

A Ponte Felcino, a circa 6 km dal centro di Perugia, in via Giacomo Puccini, si trova un immobile che nessuno riesce a definire con precisione,  perché è un luogo completamente silenzioso, vuoto, un luogo di “non vita”, capace soltanto di proiettare una enorme ombra nera sulla strada. Si notano arbusti ed alberi nati sulla piazza del parcheggio che piano piano stanno animando queste superfici deserte, sul davanzale di una finestra è nato addirittura un fico! I vetri delle finestre lungo la strada sono stati tutti spaccati, gli infissi sono stati divelti per cui di notte c’è chi vi entra per danneggiare ciò che non esiste più: un passato, neanche troppo lontano, un luogo di lavoro, di costruzione di economia, di sviluppo di una intera comunità.

Era il 1858

Era il 1858 quando si iniziò a costruire la prima fabbrica “moderna”, figlia della rivoluzione industriale impiantata nella provincia di Perugia dalla famiglia Bonucci che già esercitava la manifattura dei panni di lana in città, nei fondi del palazzo Baldeschi, decise di trasferire questa attività lungo il fiume Tevere, costruendo una fabbrica azionata a vapore, provvista di macchinario Belga.  L’edificio fu ultimato nel 1861 e l’attività di produzione ebbe inizio nel 1862. Già nel 1896 Bonucci promosse insieme ad alcuni sindaci dell’ Alta Valle del Tevere, un comitato per  la costruzione di una “ferrovia economica” (cioè a scartamento ridotto), quella poi chiamata Ferrovia Centrale Umbra, per facilitare il trasporto delle merci e delle maestranze. Il Lanificio ha conosciuto momenti di alti e bassi in tutti questi anni, cessando l’attività nel 2002 e da allora tutti sembrano attendere, rassegnati, la fine ultima di questa grande storia.

Appello di Intrecciamo i Fili

Per questo l’associazione locale “Intrecciamo i Fili”, impegnata nella divulgazione della Tessitura tradizionale, ha lanciato un appello, composto di soli tre punti, alla coscienza di tutti i cittadini, alla proprietà dell’ex-Lanificio, alle realtà imprenditoriali, alle associazioni, alle Istituzioni pubbliche:

  1. impedire l’ulteriore degrado dell’intero ex-Lanificio, bonificando le aree adiacenti l’immobile e mettendo ad esempio le grate alle finestre;
  2. che il Sindaco del Comune di Perugia solleciti con ancora più determinazione la proprietà ad uscire da questo immobilismo che dura ormai da troppo tempo;
  3. ma dal Sindaco ci si attende azioni (quelle che rientrano nelle sue funzioni) per individuare e coinvolgere altri Enti come la Regione, la Provincia, l’Università degli Studi di Perugia e l’Università per Stranieri in modo da costruire un possibile percorso di ricerca, rapportandosi con Ministeri come quelli dell’Istruzione e dell’Industria così come è accaduto per situazioni molto simili in altre parti d’Italia.
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