All’età di 21 anni un grave incidente stradale rese Paolo invalido dalla testa in giù, nel fiore degli anni e con un futuro da dover vivere su una sedia a rotelle. Da quel momento il giovane, divenuto poi adulto, ha dedicato gran parte della sua vita al miglioramento delle condizioni di persone con gli stessi suoi limiti dovuti alla disabilità. Paolo Berro è stato il primo in Italia a laurearsi a distanza, da remoto come si usa dire oggi, seguendo i corsi sulle video cassette del vecchio sistema VHS. In pratica agli albori di quella tecnologia che Paolo ha seguito nella sua evoluzione e che è arrivata oggi a traguardi impensabili fino a un paio di decenni orsono.
Non a caso Paolo è stato uno dei collaboratori alla proposta di legge Stanca sulla accessibilità digitale nella pubblica amministrazione ai diversamente abili, dispositivo ancora in vigore. Dalla progettualità di Berro “ACCESSIWAY”, azienda nata tre anni fa, sede a Torino, con la peculiarità di essere composta da giovani, l’età media è di 29 anni, che si occupano di dare assistenza ai disabili alle prese con i sistemi informatici. Ad esempio, con un software per i non vedenti che li aiuta a “leggere” lo schermo del pc e a prenotare un treno o un aereo, compiendo operazioni banali per chi è totalmente abile ma complicate per chi è affetto da patologie invalidanti. Ecco quindi che oltre a oltrepassare i limiti fisici della invalidità si passano quelli mentali e svanisce quella sensazione di isolamento e impossibilità che rende frustrante l’esistenza.
Dal giugno 2025 con lo European Accesibility Act tutte le aziende, pubbliche (gran parte di esse già lo hanno fatto) e private dovranno adeguare i loro parametri alla fruizione dei sistemi digitali e all’accessibilità ai documenti per tutti, abili e disabili. In questo l’Intelligenza Artificiale farà la sua parte mettendosi a disposizione per una causa nobile e civile. Aiutare ad abbattere le barriere, nel caso di specie informatiche. È questa la giusta missione.