Educare al valore dell’etica è utile alla società (parte 1)

Le dinamiche connesse ai processi di globalizzazione hanno creato enormi opportunità di sviluppo, ma solo in alcune regioni del pianeta.
Educare al valore dell’etica è utile alla società (parte 1)

Il mondo sta cambiando all’insegna del paradosso.

Le dinamiche connesse ai processi di globalizzazione hanno creato enormi opportunità di sviluppo, ma solo in alcune regioni del pianeta.

Ciò ha prodotto forti disuguaglianze economiche e l’emergere di gruppi di pressione internazionali contrari alla crescente capacità del mondo degli affari di influenzare i processi sociali ed economici a livello globale.

Lo sviluppo esponenziale delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione e l’emergere di una “società della conoscenza” hanno aumentato la richiesta di trasparenza ed eticità dei comportamenti, ma hanno anche portato in primo piano il problema del “digital divide” che vede i Paesi del terzo mondo accedere molto lentamente a tali tecnologie”…

…dalla logica del paradosso economico, sociale e politico la parola d’ordine che ha caratterizzato per moltissimi anni il mondo degli affari, cioè l’imperativo degli “affari ad ogni costo”, si sta rivelando non solo miope e inadatto ai tempi in cui viviamo ma anche molto pericoloso per la stessa sopravvivenza delle imprese come hanno dimostrato i tanti scandali avvenuti in questi ultimi anni nel mondo delle imprese dei Paesi che dovevano essere alla guida di una civiltà e società che “progredisce”.

Tutti casi in cui le pratiche eticamente spregiudicate ed irresponsabili del management hanno compromesso irrimediabilmente non solo l’esistenza delle Imprese, ma la stessa fiducia dell’opinione pubblica verso il mondo imprenditoriale.

Oggi, più che mai, le Aziende sono giudicate sulla base dei loro comportamenti etici, sociali e ambientali oltre a quelli economici.

Un numero crescente di consumatori legge e valuta prodotti, Marchi ed Aziende non solo in chiave di consumo ma anche di accettabilità etica e non è più disposto a tollerare i comportamenti trasgressivi delle Imprese come la globalizzazione selvaggia, gli scempi ambientali, le speculazioni finanziarie, le frodi alimentari.

Secondo il CENSIS nel 2002 più della metà degli Italiani (50,5%) ha effettuato i propri acquisti solo dopo aver verificato che si trattava di prodotti non inquinanti o realizzati senza l’impiego di lavoro minorile; il 40,5% non ha comperato prodotti provenienti da Aziende ritenute non etiche.

Sempre secondo CENSIS 2002 oltre 55.000 imprese Italiane si sono poste a processi di certificazione ISO 9000, ISO 14000, e l’Italia è il primo Paese al mondo per certificazioni SA 8000la certificazione di  responsabilità sociale più nota, che certifica prodotti e servizi rispettosi della dignità della persona e dei diritti dei lavoratori.

SUPERARE I PARADOSSI DELLO SVILUPPO

Oggi la sopravvivenza delle Imprese è legata alla capacità di superare i paradossi dello sviluppo; ecco perché molte hanno cominciato a rispondere alle nuove preoccupazioni della società moderna dedicando maggiore attenzione alle questioni sociali e facendo propri modi di gestire, produrre e distribuire sempre più rispettosi della salute dei cittadini, della sicurezza dei lavoratori e della salvaguardia dell’Ambiente…

… i comportamenti socialmente responsabili delle imprese si stanno accompagnando a nuovi modi di comunicare. Meno gridati, meno superficiali, legati non tanto alla forza dei mass media quanto alla capacità di aprire un dialogo con i propri interlocutori per capire e soddisfare i loro bisogni e le loro attese di etica, socialità, solidarietà.

Il vento della Responsabilità Sociale sta spingendo le Imprese dai territori dell’Immagine a quelli della Reputazione e della Relazione.

Se la sfida del passato è stata quella di creare Marche sempre più “grandi” (cioè differenti e rassicuranti solo in forza delle loro dimensioni, riconoscibili e conquistabili ovunque nel mondo), la sfida del futuro sarà quella di creare Marche ”migliori”, consapevoli del loro ruolo verso la società e capaci di rispondere anche ai suoi bisogni etico morali.

La mia, e nostra speranza deve sostenere, con forza, il concetto che: non è mai troppo tardi, ma … nemmeno troppo presto per formare persone a essere o a diventare responsabili anche nelle semplici azioni quotidiane. Si parla da anni di comunicazione sociale, di comunicazione responsabile e di comunicazione Etica, da altrettanti anni si stanno investendo risorse, energie e denaro per sensibilizzare il pubblico ad orientare le proprie attività (personali e d’affari) verso la consapevolezza del “RISPETTIAMO QUANTO CI CIRCONDA, PER RISPETTARE NOI STESSI”.

Forse è arrivato davvero il momento che si auspicava TUV Italia nel contenuto di una interessante campagna Social di qualche anno fa, che ci invitava a guardare il mondo con gli occhi sempre nuovi, come quelli di un bambino: LA REALTA’ PUO’ ESSERE UN MONDO FANTASTICO. Dove un ragazzo raggiunge una luna  gigantesca con una semplice scala a pioli appoggiata alla sua grande fantasia, ed oggi di fantasia ce ne vuole tantissima per Vedere la Realtà come un Mondo Fantastico, ma Noi vogliamo essere come Bambini che armati di SPERANZA riusciamo a vedere mondi Futuri migliori. (ma in fondo non si dice che una vita riuscita sia un sogno fatto da bambino che viene realizzato da adulto? Non è cosi che si comincia a diventare astronauti?)

L’ispirazione è venuta ricordando la famosa frase del presidente Robert Kennedy “Ci sono coloro che guardano le cose come sono e si chiedono perché?

Io sogno cose che non ci sono mai state e mi chiedo: perché no?”

Frase questa, che possiede la forza dirompente, quella che ti permette di pensare e realizzare grandi imprese che fanno la storia, di trovare il coraggio di osare quello che fino a quel momento era stato ritenuto impossibile.

Anche il mio sogno è questo, e spero che sia anche di tanti altri intrepidi e coraggiosi imprenditori e professionisti che hanno scelto di costruire un mondo diverso, capace di volare alto perché chi viene dopo di noi, possa saper continuare la nostra stupenda vocazione: VIVERE PER LASCIARE E COLTIVARE, non per DEPREDARE E DISTRUGGERE, VIVERE PER COSTRUIRE MONDI NUOVI … e a noi BASTA UN VILLAGGIO !

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti anche