Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano, sta da tempo sostenendo, riferendosi all’adolescenza, che siamo nell’era della predominanza della dopamina, ovvero di un neurotrasmettitore legato al piacere e a forme di dipendenza. Ma cosa significa? Cosa sta accadendo al nostro cervello? Alle nostre vite, al nostro tempo? Questo è un fenomeno che riguarda le nuove generazioni o anche gli adulti? Basta guardarsi in giro per capire che è un fenomeno che riguarda un po’ tutti.
Il filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti, parlando dei ragazzi e delle nuove generazioni, spiega che il loro fondo emotivo è stato sollecitato fin dalla più tenera età da un volume di sensazioni e impressioni eccessivo rispetto alla loro capacità di contenimento. Sin dai primi anni di vita hanno fatto troppa esperienza rispetto alla loro capacità di elaborarla.
Con ciò non si vuole demonizzare o banalizzare, ma solo sollecitare riflessioni. Un po’ di approfondimento su come funziona il cervello.
L’impatto della tecnologia
L’esposizione e l‘eccessiva disponibilità dei mezzi tecnologici in questo momento storico impatta in maniera potente sulle nostre vite. Se noi adulti abbiamo comunque più strumenti per fronteggiare, bambini e adolescenti sono più sguarniti di ciò che può essere per loro una protezione.
Da poco a tanto! La dopamina e il piacere
La scienza ci insegna che ogni piacere esige un prezzo, e che il dolore che ne consegue è più duraturo e maggiormente intenso del piacere che lo ha determinato. Con l’esposizione prolungata e ripetuta a stimoli piacevoli, la nostra capacità di tollerare il dolore diminuisce e, invece, la nostra soglia del piacere si innalza. La dopamina, un neurotrasmettitore chiave nel sistema delle ricompense, gioca un ruolo cruciale in questo processo. Quando si verificano situazioni comportamentali salienti, come l’ottenimento di una ricompensa inaspettata e gratificante, i neuroni dopaminergici si attivano, rilasciando dopamina¹.
Poiché si imprimono nella memoria e breve e a lungo termine, non siamo mai in grado di dimenticare le lezioni associate al piacere e al dolore, anche quando lo vorremmo. Le esperienze stressanti e traumatiche che si verificano nell’adolescenza rimangono impresse per tutta la vita, come tatuaggi, nell’ippocampo.
Le strutture neurologiche, come appunto l’ippocampo, filogeneticamente super-antiche, che ci consentono di elaborare il piacere e il dolore sono rimaste in gran parte inalterate nel corso dell’evoluzione e tra le diverse specie. Si tratta di strutture che intervengono anche nella regolazione di quelle funzioni cognitive collegate alla percezione dello stato interno del corpo². Sono perfettamente adattate per un mondo caratterizzato da scarsità.
Conseguenze sul comportamento.
Innalzando la soglia della regolazione neurale per via di esperienze piacevoli ripetute, diventiamo instancabili lottatori, mai soddisfatti di quel che già abbiamo, sempre alla ricerca di qualcosa di più. L’effetto finale è che abbiamo bisogno di sempre più ricompense per provare piacere e di lesioni meno rilevanti per provare dolore.
Due dirette conseguenze, soprattutto per gli adolescenti:
- il rapporto con il piacere diventa immediato. Il tempo dell’attesa si riduce pressoché a zero, e la frustrazione è scarsamente tollerata. Ne consegne una fatica a tenere la concentrazione, impegnarsi, avere costanza nelle cose. Ma anche una scarsa regolazione emotiva;
- il rapporto con la noia diventa problematico. La noia può essere vista come un senso di vuoto, una forma di depressione adolescenziale, o l’incapacità di tollerare il
silenzio interiore. O più semplicemente il senso di noia incanala la fatica a resistere a piccole cadute nostalgiche di un soddisfacimento immediato.
Disturbi dell’Apprendimento e Neurobiologia
Prima di andare a definire o etichettare ragazzi con diagnosi più o meno azzeccate, torniamo al nostro funzionamento. Torniamo a noi. Riprendiamo gli stimoli giusti per la nostra evoluzione e sviluppo. Torniamo alla biologia.
A scuola come si rileggono i disturbi dell’apprendimento e le diagnosi di ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività)? E i vari attacchi di panico e disturbi ansia? E l’aggressività o forza emotiva di alcuni adolescenti? Questi disturbi sono spesso associati a squilibri di dopamina nel cervello. Per affrontare le varie problematiche adolescenziali è quindi necessario avere un approccio bio-psico-sociale. E soprattutto non trascurare l’aspetto neurobiologico che plasma tutte le nostre relazioni con gli “ oggetti “ con cui veniamo a contatto.
Cosa fare?
Brevemente, l’alluvione dopaminergica sta plasmando le nostre vite, più di quello che noi pensiamo, bisogna tornare a stimolare e a dare gli input giusti al nostro sistema mente corpo, per trovare l’equilibrio con altri neurotrasmettitori come endorfine, serotonina, ossitocina che stimolano un appagamento più profondo.
Ora una domanda e/o provocazione: come si possono aiutare i giovani che sono sguarniti di strumenti per digerire e regolare la marea di stimoli che ci sono intorno a loro, se noi adulti non ci mettiamo in discussione? E predichiamo grandi teorie e lezioni educative a cui, però, non segue coerenza negli intenti e nelle azioni?
1 – https://www.cnr.it/it/nota-stampa/n-11597/cervello-cosi-si-attivano-i-neuroni-della-ricompensa
2 – Dopamina: il modo in cui il neurotrasmettitore influenza l’attività cerebrale
Emanuela Bisogni
Psicologa e Psicoterapeuta - Supervisore EMDR