Tutta la verità e soltanto la verità sulla resistenza

Il mio lavoro, che scaturisce dall’esperienza di un giornalista professionista appassionato di indagini storiche, tratta della Resistenza sotto un profilo puramente storico, la analizza nel particolare dei fatti e dei numeri, fino a inquadrarne i profili acclarati senza indulgere in interpretazioni. Si parla di fatti, personaggi, situazioni e circostanze il cui riscontro appare nei documenti e nelle testimonianze dell’epoca o della successiva rilettura storica.

Ho scritto un libro sulla Resistenza, il periodo storico nel quale una parte degli italiani scelse di insorgere contro il fascismo e gli occupanti tedeschi fino alla liberazione, e in molti mi hanno chiesto – con un misto di disappunto e sconcerto – il motivo della scelta di un argomento ritenuto già ampiamente conosciuto, da sempre affrontato e per certi versi del tutto risolto all’interno del dibattito pubblico nazionale. In realtà è vero il contrario. Di Resistenza si continua a parlare incessantemente a distanza di ottant’anni da quei fatti, la Resistenza fa ancora discutere e provoca tuttora clamorose divisioni ideologiche e partitiche. Siamo, dunque, all’interno di un tema di stretta attualità. La Resistenza per come la intendiamo, e per come la intendono i libri di storia, nacque e si sviluppò nell’arco di venti mesi, di fatto dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, ma non sono bastati decenni per definire una compiuta analisi storicista di quegli accadimenti drammatici, tragici ed esaltanti. Ciò si verifica anche nel tempo presente, in ragione del fatto che la Resistenza viene sempre interpretata senza essere mai, o quasi mai, descritta. Mancano il dettaglio scientifico del periodo resistenziale, la sua divulgazione storica e l’analisi accademica che dovrebbe essere sviluppata intorno ad esso.

In realtà i ragazzi della scuola italiana non vengono sollecitati a conoscere questo argomento, che infatti non conoscono affatto. Ne sentono parlare per caso, raccolgono qualche informazione spicciola in famiglia o all’interno di occasionali distretti formativi e quindi, più o meno intorno alla maggiore d’età e con l’approssimarsi dell’esercizio del diritto-dovere elettorale, inevitabilmente ricadono sotto le ‘grinfie’ della politica. Quest’ultima ha tutto l’interesse a narrare la Resistenza osservandola attraverso una lente d’ingrandimento ideologica e in quanto tale per forza di cose parziale, esaltandola o sminuendola in base alle appartenenze, evitandone comunque ogni possibile lettura didatticamente accertabile quanto accettabile. Personalmente ho scelto di andare in tutt’altra direzione, tentando di rintracciare e mettere nero su bianco riscontri e non supposizioni, verifiche e non opinioni, realtà e non immaginazioni. ‘La Resistenza in campo’, questo è il titolo del mio volume inserito nella collana ‘Storia del Fascismo’ edita da Rcs e curata dalla professoressa Barbara Biscotti, le cui opere sono abbinate di volta in volta alla copia cartacea del Corriere della Sera o acquistabili online sulla piattaforma Corriere Store.


 

Il mio lavoro, che scaturisce dall’esperienza di un giornalista professionista appassionato di indagini storiche, tratta della Resistenza sotto un profilo puramente storico, la analizza nel particolare dei fatti e dei numeri, fino a inquadrarne i profili acclarati senza indulgere in interpretazioni. Si parla di fatti, personaggi, situazioni e circostanze il cui riscontro appare nei documenti e nelle testimonianze dell’epoca o della successiva rilettura storica. La scelta di basarsi sulle fonti non è altro che il tentativo di sgrossare dal dibattito intorno alla Resistenza il peso dell’ideologia, cioè la vera ragione per la quale questo argomento, come tanti altri della recente storia nazionale, viene evitato dalla scuola italiana e, seppure sia presente nei programmi scolastici, non è trattato con tempi e modi degni di una corretta didattica.

Il mio libro non ha pretese di completezza e profondità analitica, è piuttosto un compendio di quanto sull’argomento appare come accertato oltre ogni ragionevole dubbio. Può essere un ottimo punto di partenza per un ulteriore studio circostanziato riferito a quel periodo della nostra storia, viene incontro senz’altro alle esigenze di uno studente che ha fame di sapere e a quelle di un lavoratore, un professionista che ha poco tempo da dedicare all’approfondimento di temi storici, desiderando però erudirsi su basi comprovate e non già su mere supposizioni. Un possibile obiettivo di un’opera del genere può essere quello di formare cittadini consapevoli della propria storia nazionale e magari giovani che abbiano ansia di verità prima di effettuare, su basi consapevoli, le proprie scelte ideali e politiche.

 

LA RESISTENZA IN CAMPO di Roberto Conticelli Edizioni Rcs all’interno della collana ‘Storia del Fascismo’ in uscita il 12 novembre 2024 con la copia cartacea del Corriere della Sera e acquistabile online sulla piattaforma del Corriere Store

Roberto Conticelli

ha lavorato per la Nazione di Firenze in Umbria e in Toscana ed è stato presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria. Insegna alla Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia ed ha conseguito riconoscimenti giornalistici di carattere nazionale

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