TypeArt a Pechino, una grande mostra antologica dedicata a Lorenzo Marini, uno dei protagonisti più innovativi dell’arte contemporanea italiana. La mostra, intitolata “Un Italiano a Pechino, TypeArt Beijing“, si tiene presso il prestigioso Dongyuan, un imponente teatro e galleria risalente al 1700, situato nelle vicinanze della Città Proibita e adiacente alla piazza Tienanmen. Un luogo carico di storia e fascino, perfetto per accogliere le opere di un artista che ha saputo combinare l’eleganza della tipografia con la libertà dell’espressione artistica.
Il focus della mostra sarà la ricerca decennale di Marini sul “carattere tipografico libero”, una visione innovativa che ha trovato grande apprezzamento nel pubblico cinese, dove la calligrafia è tradizionalmente considerata una forma d’arte elevata. Non è la prima volta che l’arte di Marini incontra l’Oriente: nel 2017, l’artista era stato invitato a partecipare alla Biennale di Hohhot, dove ha esposto accanto a figure di rilievo come Michelangelo Pistoletto.
La mostra a Pechino rappresenta una narrazione completa della produzione artistica di Marini, esponendo venti opere su tela e quattro installazioni create appositamente per l’occasione. Le diverse aree tematiche della sua ricerca sono presenti, dagli “Alphatype” ai “Bodytype”, dagli alfabeti Neo Futuristi ai recenti “Black Holes”, quattro dei quali sono tuttora esposti alla Biennale di Venezia presso il padiglione Grenada. Marini è un artista che esplora la scrittura come forma visiva e culturale, creando un ponte ideale tra Occidente e Oriente attraverso l’arte tipografica.
Tra le installazioni più significative troviamo la celebre “Raintype”, un’opera che ha già toccato importanti tappe internazionali come Seul, Los Angeles e Miami.
Con l’installazione Walktype, Marini continua il suo dialogo tra contemplazione e azione, rendendo omaggio all’armonia dei giardini interni orientali. L’opera invita il pubblico a percorrere un cammino di lettere adagiate sul pavimento, un percorso dinamico che conduce inevitabilmente alla riflessione e alla meditazione.
Una delle installazioni centrali della mostra è un grande cerchio di tre metri di diametro, posizionato all’ingresso del Dongyuan. Questa imponente opera invita i visitatori a camminare sopra lettere che sembrano dissolversi nel vuoto di un “buco nero”. Di fronte a questo misterioso vortice si trova un grande specchio, simbolo della caducità della vita e della necessità di guardare se stessi da una prospettiva diversa.
“L’ispirazione per questa installazione è venuta da una frase zen: ‘L’occhio che tutto vede non riesce a vedere se stesso'”, spiega Marini. “Il messaggio è di uscire dal nostro piccolo io, che si crede al centro di tutto, per comprendere che il centro non siamo noi”.
La mostra “Un Italiano a Pechino” non si limita a esporre opere d’arte, ma si propone di creare un confronto tra la cultura orientale e quella occidentale. Le opere di Lorenzo Marini, infatti, sono state selezionate appositamente per la loro capacità di dialogare con l’antica tradizione cinese della calligrafia. La calligrafia cinese si basa sugli ideogrammi, figure che nascono dal mondo reale, proprio come accade nella TypeArt, dove la forma delle lettere diventa parte integrante dell’espressione visiva.
Uno degli esempi più significativi di questo incontro tra culture è l’opera “EASTWEST“, che rappresenta l’alfabeto occidentale reinterpretato in chiave orientale. Quest’opera è stata creata appositamente per celebrare i cinquant’anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Cina, sottolineando l’importanza di questo evento storico.
La mostra avrà una lunga durata, sottolineando la rilevanza di questo scambio culturale. Fino al 25 febbraio 2025, i visitatori di Pechino avranno l’opportunità di immergersi nel mondo di Lorenzo Marini, esplorando le sue creazioni tipografiche che, tra tradizione e innovazione, riescono a unire mondi solo apparentemente distanti.
Marco Schippa
Business Developer
Art Direction
Digital Communication Strategist
Business Designer
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